mappa

Poggio Rusco tra le acque del Po

 

Si legge nelle antiche  descrizioni  dei confini del Monastero di  San Benedetto in Polirone,

che a occidente, sono delimitati dal   Po.
Ma il Po , Lirone,  che conosciamo tutti, è sempre passato a nord.

Può essere possibile ?

Nel 1082 come poteva Matilde di Canossa donare al Vescovo di Mantova  Portum Ruptum;
forse Revere avrebbe potuto chiamarsi  Portum;   ma chiamare Poggio Rusco,  Portum,

è molto sorprendente, difficile da immaginare, non ci sono elementi che lo possano sostenere.
Forse è  più logico   Podium  come si leggeva nel 1300 o Poggio come si legge su vecchie mappe.

 

Si, il confine  del Monastero di San Benedetto in Polirone,  a occidente era dato  dalle acque del Po,

lo stesso  che  tuttora passa per  Poggio Rusco !

 

A Poggio Rusco passavano ,  due corsi d’acqua del Po,  uno a est e uno a ovest, non appena il poggio , o dosso, sul quale la città era costruita, scendeva    al livello di campagna;
potremmo dire,  beati sul poggio tra le acque del Po.

Il poggio si eleva di 4-5 metri a partire da Tramuschio e ritorna al livello di campagna dopo Villa Poma;  fa parte di un percorso più lungo che si eleva di nuovo dopo Villa Poma di soli 2-3 metri e continua  fino a Revere, dosso sul quale si trovano Pelate, e Carrobbio.
Un percorso  importante  per i viandanti di un tempo, oggi trasformato in SS 12, che in Primavera e in Autunno evitavano di passare negli acquitrini delle acque accumulate in seguito alle piogge,

nelle zone circostanti,  “sotto” il poggio.
Per cui in quei tempi, per non rischiare di essere sommerse dalle piogge autunnali e primaverili,

quasi tutte le città erano costruite su poggi, su dossi, che si elevavano sul livello di campagna,

come  anche San Giovanni Dosso, Schivenoglia,  o  Mirandola.
Gli argini naturali del Po, Lirone,  sono composti di detriti portati dall’acqua e depositati nel corso dei secoli,  sui quali sono stati riportati gli argini artificiali.  Sono 5 metri sul piano di campagna.

Vuol dire che uno straripamento del Po Lirone, potrebbe portare l’acqua fino a più a ovest di Tramuschio;  i 2 Po di Poggio Rusco, potrebbero riceverla e portarla di nuovo nel Po Lirone a Stellata.

 

Per chiarezza ho abbozzato  un’ artigianale  mappa delle acque.

Dunque il Po aveva 4 corsi.
Il Po Lirone, il cui corso era circa l’attuale.

Il Po vecchio,  un tortuoso breve corso, che si diramava dal Lirone  poco a nord di Guastalla,

per Via lido Po, Buca Bertona,  Via Argine Po,  Zamiola, Riva, Palazzo Fame o Codisotto,  Villa inferiore,  Venirola, Paladino, Fornaci, Boschetti, Gonzaga,  Cadalora, Polesine,  Camatte , e poi entrava a portare le sue acque nel Po di Zara.

Il Po di Zara, che usciva dal Po Lirone , e passava a Villa Saviola, Sacca, Zara, Ronco nuovo, San Benedetto Po;
poi si perdono le tracce a causa dei lavori per portare  il Secchia nel Po Lirone.

Quindi continuava e continua,  Quistello, Via Sanguinetto, SS12, il Veliero, Zello,  diventa Canale Fossalta, Vallazza, Casa lunga, Porcara, Zerbinate,  Via Ferrarese, Via Argine Lupo, Stellata, e ritornando nel Po Lirone.

Il Po di Tagliata, che usciva dal Po Lirone a Guastalla,  quindi Tagliata, Villa Rotta, Reggiolo, dove   sparisce poco prima della città.  Ma muore  anche per i lavori di deviazione  del Secchia nel Po Lirone.

Oltre il Secchia  riprende in Via Corriera,  Cappelletta Stoffi,  Malcantone, Via Confine, Strada Ponte de Bizzarri,  Vallalta, Co de Belli, Via Confine, SS 12, entra nel Burana poco  prima  di  Gavello  “La Tomina”, Baia  Via Svecca,   I Pilastri, Burana,  Bondeno   , cavo Napolonico, Salvatonica, e quindi torna nel Po Lirone.
In realtà dalla mappa si vede che  il Po di Tagliata, è un corso d’acqua  composto da più, fiumi, fosse, o canali, che entrano uno nell’altro.
E’ composto dal fiume Bondeno,  che porta le sue acque nel Burana, che porta le sue acque nel  Secchia, che le porta  nel Lago Padosa, ora Cavo napoleonico,  mentre  con un  derivazione le porta nel Po Lirone a Stellata con un secondo percorso più breve.

 

I  reggiani avevano scavato nel 1122 un Canale naviglio  o Canalazzo che entrava nel Bondeno,  per collegare la loro città al mare,  con barconi da 300 quintali.  Con il trasporto  su terra trainato da cavalli, sarebbero serviti  15-25 carri, per ogni barcone.
In seguito,  nel 1218 per sottrarre  il trasporto delle merci agli esosi dazi di Mantova sul Po Lirone,   congiunsero  il Bondeno  al Po Lirone  a partire Guastalla,  corso  che prese il nome di  Po di Tagliata.

Il Po di Tagliata offriva 2 grossi vantaggi al trasporto delle merci:
dazi più bassi, e non secondario, una maggiore facilità a tirare i barconi con i cavalli, rispetto la frastagliata riva del  Po Lirone,  che presentava  diversi intralci, e variabili secche nel letto del fiume.

 

Nelle mappe antiche  il fiume Burana è sempre riportato,  il Bondeno non sempre, e in alcune con  percorsi  dubbi, o non veri.

I percorsi d’acqua sono documentati fotograficamente su tutto il loro percorso.

 

Renzo Pozzetti

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