Intervento al Bosco Virgiliano 2016
06 Marzo 2016: Giornata Europea dei Giusti
Quante volte abbiamo sentito il verbo “piantumare” riferito agli alberi? Certo parecchie volte allorché si prendevano iniziative per il ripopolamento del verde pubblico ma anche di quello privato. In molti programmi della pubblica amministrazione, tra gli altri interventi, si faceva riferimento con certo orgoglio al piano verde che prevedeva la costituzione di filari di piante nei giardini pubblici, lungo le vie di maggior traffico, perfino negli impianti sportivi. Spesso al posto delle annose piante rinsecchite o preda dei parassiti, vi era l’esigenza di sostituirle subito con altre più forti, longeve, possibilmente autoctone. Dunque si parlava e si parla tuttora di “piantumazione” adatta alle zone abitative che necessitano di salubrità, decoro paesaggistico, protezione dai raggi solari, ma soprattutto che sia di garanzia dallo smottamento del terreno stesso. Non si dimentichi che in Italia la “festa degli alberi” è sempre stata osservata, specialmente nelle scuole, dove insegnanti solerti hanno cercato di infondere negli allievi la passione per gli alberi. Se non vado errato credo che tale festa cada il 21 novembre, e in tale circostanza si è soliti far rimarcare ai ragazzi l’importanza della salvaguardia del patrimonio boschivo fin troppo preso di mira dalla speculazione o dalla coltivazione estensiva.
Questa mattina, 6 marzo 2016, qui al Bosco Virgiliano, assistiamo a un’operazione di piantumazione altamente simbolica. E’ l’estensione del “Giardino dei Giusti” fuori dal Memoriale dello Yad Vashem di Gerusalemme, quel “Giardino” voluto, come sappiamo, da Moshe Bejski fin dagli anni Sessanta per ricordare coloro che salvarono gli ebrei dalla Shoah. Il 10 maggio 2012, alla morte di questo benemerito personaggio, il Parlamento di Strasburgo, su proposta del giornalista Gabriele Nissim, presidente del Gariwo, ovvero della “Foresta dei Giusti”, volle istituire la Giornata europea dei Giusti cadente il 6 marzo di ogni anno, anniversario della scomparsa dello stesso Bejski. Giornata dedicata a tutti coloro si sono opposti e continuano a opporsi ai genocidi, alle guerre di aggressione di altri popoli, alla discriminazione razziale, alla negazione dei diritti fondamentali della persona umana. Ha detto bene Gabriele Nissim: “Ecco il segreto dei Giusti: la responsabilità come ultimo baluardo della propria dignità, quando l’Umanità ha perso la bussola e ogni riferimento morale”.
Questa mattina la città di Mantova con le sue istituzioni, la Prefettura, la Provincia e il Comune, traduce con orgoglio e soddisfazione questa disposizione del Parlamento Europeo, peraltro altamente umanitaria, foriera di ulteriori iniziative per scongiurare persecuzioni, guerre e genocidi. Come in tante altre città italiane, qui a Mantova si rinnova il rito e le commemorazioni del Giardino dei Giusti di Gerusalemme, appunto mettendo a dimora un altro albero. Stesso evento accade in tante altre città italiane, fra cui eccelle Milano per il Monte Stella con i suoi alberi e le sue lapide commemorative.
Ci si chiede: che rapporto esiste fra l’albero e il “Giusto” che si è opposto fino al sacrificio di se stesso alla negazione dei diritti della persona? L’albero, la pianta è un forte simbolo di rinnovamento, di slancio verso il futuro. Come l’albero ogni anno si rinnova nella stagione primaverile, allo stesso modo la memoria, il ricordo di colui o colei che si è sacrificato-a combattendo moralmente e materialmente contro ogni forma di oppressione, rinverdiscono nell’animo di ognuno incoraggiandolo a mantenere vive la libertà, la solidarietà, l’accettazione del pensiero e fede altrui.
Si dice che le piante, le selve, i boschi, le foreste di fronte al degrado ambientale ci salveranno, ma ci salverà maggiormente la commemorazione, il ricordo delle persone “giuste” che col loro esempio ci hanno indicato la via della pace, della fratellanza, dell’accoglienza, della comprensione tra i popoli.
Insomma il Gariwo di Gerusalemme, questo nobile esempio per onorare i “Giusti tra le Nazioni”, ci guiderà nell’affrontare i problemi del nostro vivere quotidiano, proprio con l’adunarci ogni anno qui al Bosco Virgiliano attorno a un albero, simbolo della vita che continua, purché la ragione umana dopo lotte e rivoluzioni storiche per la conquista dei diritti umani faccia trionfare tali principi sull’odio e sulla sopraffazione degli uni sugli altri.
Carlo Benfatti
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