Il lupo secondo il Carnasciale di Poggio
Come ci ha raccontato la Gazzetta del 25 maggio u.s. il prossimo autunno, dal 26 ottobre al 2 novembre, andrà in onda a Mantova il festival “Segni d’infanzia”, ormai giunto all’11a edizione con il logo del “Lupo”, appositamente disegnato nientemeno che dal premio Nobel Dario Fo. Il “lupo” del maestro Fo assomiglia più a un peluche che al vero animale delle fiabe oppure a quello ancora esistente sulle nostre montagne. Il disegno presenta una testa con bocca irta di denti, ma rivolta secondo i classici tre quarti come in una foto ricordo. E poi il corpo appare rotondetto addirittura ben pasciuto come un normale cane da appartamento. Sarebbe stato più logico immaginarlo come il lof del “Bestiario Podiense”, vecchia edizione: un animale con le fauci spalancate, con denti affilatissimi e con il corpo di una magrezza impressionante. Ecco i poggesi in un carnevale di tanti anni fa l’hanno proprio rappresentato così: truce, occhio cattivo, orecchie protese, unghiuto, pronto a lanciarsi sulla preda. Del resto c’è un esemplare in vetroresina nel giardino della Torre Falconiera di Poggio Rusco che riproduce una delle tante caratteristiche del carnivoro: allungato, muso puntato in avanti, scattante con tutte le sue forze verso la vittima di turno.
Eh, i poggesi avrebbero molto da dire sul Lof a proposito del prossimo appuntamento a Mantova ribattezzato “Segni: new generations festival”, anche perché questo animale sotto mentite spoglie, alla maniera della favola di Cappuccetto Rosso, è presente e vegeto nella società attuale, non solo sugli Appennini.
Carlo Benfatti
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